A partire dal 303 l’imperatore Diocleziano cominciò ad emanare vari editti ordinando la distruzione delle chiese, l’espulsione dei cristiani dalle cariche amministrative, dall’esercito, la prigione dei vescovi presbiteri, diaconi, lettori, accoliti a tal punto che le carceri furono piene e così liberarono criminali comuni per fare spazio.Â
Con il quarto editto, si ordina il sacrificio universale: tutte le persone, uomini, donne e bambini, raccolti in uno spazio pubblico devono offrire un sacrificio collettivo agli dei. Essere cristiani era un delitto di lesa maestà , per cui il cristiano era considerato un pericolo per lo Stato. Su san Crisogono, dal greco nato dall’oro, ci sono varie tradizioni non sempre in accordo; ma è sempre ricordato insieme ad Anastasia e Rufino, anche loro suoi contemporanei e martiri. Â
Nel mosaico, in fondo al presbiterio della basilica, è rappresentato come saldato romano. Come tale aveva ricoperto delle cariche a Roma. Si convertì alla fede cristiana e, con l’avvento della persecuzione di Diocleziano, viene confinato nella casa del nobile Rufino il quale si converte assieme a tutta la sua famiglia. Il Santo è noto per aver portato alla fede di Cristo anche Anastasia che, aiutata da una anziana serva, porta cibo e solidarietà ai detenuti cristiani. Inizia una corrispondenza epistolare con Crisogono che la incoraggia a proseguire nella professione della fede. Crisogono fu convocato ad Aquileia dall’imperatore Diocleziano, che riconoscendo il suo valore, gli avrebbe offerto la prefettura e il consolato, a patto che abiurasse. Ma il Santo rifiutò e perciò fu decapitato il 24 novembre 303. Il suo corpo fu abbandonato sulla riva del mare, da dove fu raccolto dal santo sacerdote Zoilo per una degna sepoltura. La sua venerazione, come quella dei primi martiri, si sparse in tutta la Chiesa. Il suo nome è stato inserito nel Canone Romano ed è venerato anche dalla Chiesa Ortodossa.Â
La festa si celebra il 24 novembre, data del suo martirio.