Gli affreschi sul muro presentano differenti datazioni: al VI-VII secolo risale la serie di vela, cioè drappi bianchi con al centro la croce gemmata e sopra scene del Nuovo Testamento, di cui ne restano 4 ma solo una riconoscibile: si tratta della scena dei tre ragazzi ebrei nella fornace dove un personaggio ha un libro chiuso in mano, un’altra figura maschile in piedi con pallio bianco con macchie rosse si trova dentro una struttura architettonica color giallo avvolta dalle fiamme; il tutto era incorniciato da una fascia rossa con la scritta VOTUM SOLVIT. Nell’VIII secolo papa Gregorio III (731-741) promosse un sostanziale restauro della basilica: oltre ai sopracitati affreschi, fu eseguito il rifacimento del tetto, il presbiterio venne diviso dall’aula con un muro in mattoni e tufi e venne progettata la cripta semi-anulare, tra le prime ad essere costruite in tutta Roma, alla quale si accedeva tramite scale. Entro la curva dell’abside, al di sopra della cripta, si trovavano l’altare ed il ciborio in corrispondenza della confessione.