Celebriamo oggi la solennità di Pentecoste, il giorno in cui Gesù risorto ha realizato la sua promessa di inviare lo Spirito Santo. Sono passati 50 giorni dalla notte in cui abbiamo acclamato Cristo risorto Luce del mondo. Il Cristo risorto è stato simbolizzato dal Cero Pasquale che, dalla notte di Pasqua fino ad oggi, è rimasto vicino all’altare e ci ha accompagnati nelle celebrazioni. Oggi si chiude questo tempo pasquale con la ritirata del Cero, ma non rimaniamo orfani, come ci ha assicurati Gesù (Gv 14,16.26), siamo guidadi dollo Spirito Santo, da Lui più volte promesso, e che oggi celebriamo como dono alla Chiesa e all’umanità.

La Pentecoste era una festa giudaica molto antica che ricordava l’arrivo del popolo ebreo al monte Sinai, dove ha ricevuto la Legge, i Comandamenti, segno dell’Allenza di Dio con il suo popolo, libarato dall’Egitto. La discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli succede il giorno della festa di Pentecoste per indicare che all’Antica Allenza, è subentrata la Nuova inaugurata dalla risurrezioine di Gesù.

I fenomeni naturali che più impressionano la fantasia sono utilizzati dalla Bibbia per raccontare le manifestazioni di Dio. Anche per parlare dell’effusione dello Spirito Santo si ricorre a queste immagini: lo Spirito Santo è stato definito soffio di vita, vento impetuoso, lingua di fuoco, tutte immagini che esprimono esplosione di forza, perchè dove giunge lo Spirito Santo avvengono trasformazioni; tutto è possibile quando irrompe lo Spirito Santo. Ed è con una di queste immagini che la 1ª lettura ci parla della discesa dello Spirito sopra gli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco. Sono immagini che rimandano ad altro: lo Spirito Santo non è una forza, un soffio impersonale, una fiammella, è una Persona della Trinità; è l’amore tra il Padre e il Figlio che è una Persona; una Persona come il Padre e il Figlio e, come il Padre e il Figlio agisce nel nostro cuore, nella Chiesa e nel mondo. Il fatto che lo Spirito Santo non abbia un volto, come il Padre e il Figlio, vuole ricordarci che Dio non può essere catturato nè imprigionato da una ideia, dalle nostra parole: Dio sfugge – come l’acqua, il vento e il fuoco – ai nostri concetti e formulazioni: quando parliano di Dio, noi balbuziamo!

Ricevuto lo Spirito Santo, gli Apostoli, da uomini pieni di paura sono trasformati in uomini coraggiosi che affrontano la piazza e la moltitudine presente a Gerusalemme per la festa. Sarà la stessa esperienza che faranno i martiri lungo la storia della Chiesa, e fanno ancora oggi in quei paesi dove la fede cristiana è perseguitata. E’ la stessa esperienza che possiamo fare noi quando ci lasciamo condurre dallo Spirito Santo.

La 1ª lettura ci dice anche che con il dono dello Spirito crollano le barriere di lingua, di razza e tribù: lo Spirito Santo apre gli orizzonti della storia, verso una fratellanza universale: tutti intendono nella propria lingua il messaggio degli Apostoli; lo Spirito Santo trasforma l’unamità in un’unica famiglia; ed è anche questa la missione della Chiesa oggi. È il contrario della Torre di Babele.

Il Vangelo di oggi narra la prima apparizione del Resuscitato ai discepoli. La prima parola del Resuscitato è Pace/Schalom a voi. Nella Bibbia, si tratta di una parola molto densa. Non designa solo l’assenza della guerra o una vita tranquilla, ma descrive lo stato dell’uomo che vive in armonia con se stesso, con la natura, con Dio e con il prossimo. La pace è dono che riceviamo dal Risosrto, perchè Gesù ci ha riconciliati con Dio; ma come ogni dono, è anche responabilità affidata a ciscuno di noi. La pace per essere custodita non ha bisogno di armi, anzi ha bisogno di una costante opera di disarmo. Disarmiano i nostri atteggiamenti, le idee, le parole, i cuori e le mani. La pace si costruisce con gesti di pace, con parole di pace, con scelte di pace. Le nostre famiglie, le nostre comunità, illuminate dalla Parola di Dio e fortificate dalla forza dello Spirito, sono chiamate ad esser delle oasi di pace!

Dopo il dono della pace Gesù affida la missione: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (v. 21). La missione di Gesù è trasmessa alla Chiesa perchè la sua opera di salvezza possa continuare nella storia. Quindi trasmette lo Spirito Santo che aveva promesso più volte: soffia su di loro e dice: “Ricevete lo Spirito Santo” (22), e specifica anche una delle funzioni dello Spirito: rimettere i peccati. Grazie all’azione dello Spirito, la salvezza operata da Gesù e attualizzata nella Chiesa, in ciascuno di noi: l’umanità è riconciliata con il Padre, siamo un popolo di perdonati; questa attualizzazione continua per mezzo della Parola  e dei sacramenti che, grazie all’azione dello Spirito, rendono contemporanei a noi i misteri di Gesù.

Ma, nella Chiesa, tutto è azione dello Spirito Santo: è grazie a Lui che l’acqua si trasforma in sorgente de vita nel Battesimo (2ª Lettura, v. 13); i doni del pane e del vino si trasformano nel corpo e sangue di Gesù nell’Eucaristia; noi che veniamo da ogni parte, con tutte le differenze che abbiamo, diventiamo Chiesa, il corpo storico di Cristo, che unisce popoli e lingue diversi (v. 13) nella celebrazione dell’Eucaristia. E, sempre nella 2ª  lettura, san Paolo ci ricorda che è lo Spirito che suscita la fede in Gesù (v. 4), infatti la sua prima azione è quella di farci capire chi è Gesù; alimenta la carità e la speranza. E’ Lui che suscita nel cuore del credente la generosità nel servizio con i carismi personali e ecclesiali per il bene comune (v. 11). Lo Spirito distribuisce i suoi doni a tutti, secondo le capacità di ciascuno: nessuno è così povero da non aver nulla da offrire; ma nessuno è così ricco da avere tutto e non avere bisogno degli altri. Lo Spirito fa di noi un solo Corpo, la Chiesa, come Comunità/famiglia; legati l’uno agli altri e tutti in cammino verso la stessa meta: la santità, Lo Spirito Santo ci fa scoprire che siamo Chiesa, cioè Corpo di Cristo nella storia. Senza lo Spirito Santo, la Chiesa sarebbe un gruppo sociale come gli altri e, sarebbe già fallita. Ma NO, grazie allo Spirito, Gesù può realizzare l’ultima promessa: Io sarò con voi, Chiesa/Corpo di Cristo, fino alla consumazione dei secoli (Mt 28,20).

La gioia della resurrezione è grande, ma è espansiva, non va trattenuta per sè, è per darla. Daqui la missione della Chiesa. Ed è proprio per animare questa missione che Gesù dona lo Spirito Santo. E lo fa con un soffio, per indicare che si tratta di una nuova creazione, perchè dove arriva lo Spirito Santo, tutto si rinnova!

I discepoli si trovavano a porte chiuse; chiusi nel loro timore e paura. Lo Spirito Santo spalanca le porte e, pieni di un coraggio inesplicabile, escono ad affrontare  la folla per annunciare la risurrezione. Che Egli doni anche a noi il coraggio ad uscire dalla nostre false sicurezze, dal nostro quieto vivere e dalle nostre abitudini sterili. Il mondo ha bisogno di speranza.

Vieni, Spirito Santo, riempi il cuore dei tuoi fedel e accendi in noi il fuoco del tuo amore! Buona domenica!